Il mio soggetto prediletto la montagna, in special modo quella aspra e dura
che si incontra durante le scalate alpinistiche e scialpinistiche. Ho interesse
anche per i vicoli di Genova, con la loro vecchia storia di carruggi, botteghe
ed antichi mestieri da salvare: in questo caso trovo che lo scopo della
fotografia sia quello di preservare la memoria delle cose, delle culture e dei
modi di vivere di un tempo.
Sono laureato in Fisica e attualmente lavoro come programmatore a Genova.
Coltivo la passione per la fotografia dal 1993. Ho iniziato con una Yashica
FX-3 super 2000. Attualmente uso una Nikon FE-2 manuale.
Prediligo gli obiettivi fissi 50mm e 28mm e scatto prevalentemente con
pellicole bianco e nero.
Nelle mie fotografie cerco di ritrarre ambienti abitati senza mettere in posa i
soggetti. Non sono alla ricerca di un effetto solamente estetico, apparente,
bens cerco di cogliere la spontaneit dellattimo, lemozione che
intrinsecamente ed improvvisamente esso porta con s.
A proposito di questa predisposizione Jules Renard scriveva:
Balza dal letto di buon mattino, e parte soltanto se ha
la mente lucida, il cuore puro e il corpo leggero come un abito estivo. Non
porta provviste con s. Berr laria fresca, in cammino, e aspirer i salubri
odori della campagna. Lascia a casa le armi e si accontenta di aprir bene gli
occhi. Gli occhi servono da reticelle dove le immagini si imprigionano da sole.
tratto da 'Storie Naturali' di J. Renard
Pi in generale mi ritrovo nelle parole del poeta ed alpinista Gianni Calcagno:
"...L'avventura in montagna non scalare, non salire
sulle montagne pi alte, non salire a 8000 metri in 20 ore con una mano
dietro la schiena e con gli occhi bendati, non passare la vita in frigorifero
per abituarsi alle temperature rigide: non tutto ci. L'avventura in
montagna, in fondo, siamo noi. Siamo noi che ci proiettiamo in un palcoscenico
che completamente diverso dal nostro ambiente, che vi proiettiamo la nostra
cultura, il nostro modo di vivere, di intendere, di capire, la nostra volont;
in pratica tutto ci che noi siamo, che pensiamo, tutto ci in cui crediamo. E
la vera avventura di confrontare queste idee, noi stessi, con gli altri; di
riuscire a vivere con gli altri in perfetta armonia; di riuscire a superare ci
che ci eravamo prefissi in pace con noi stessi e con l'ambiente. In poche
parole di ritrovare il bambino che nascosto dentro di noi e che ci permette
di fare determinate cose. Altrimenti ragionando freddamente su questo problema,
nessuno di noi andrebbe a ficcarsi a 30 gradi sotto zero, con il respiro corto
e uno zaino di 20 chili sulle spalle, rischiando la propria vita, se non per
ritrovare le sensazioni che provava quel bambino a salire quegli otto metri di
un muro di casa propria solo per vedere un orizzonte un pochino pi ampio."
Gianni Calcagno
Attualmente ho
presentato una serie di fotografie del mio viaggio nella regione del Karakorum
(Pakistan del nord). Le foto ripercorrono le tappe di un trekking sul Biafo
Glacier e sullo Snow Lake (altezza massima 5150 mt), ponendo particolare
attenzione alla dura attivit dei portatori, ed alla vita degli uomini e dei
bambini che abitano gli isolati villaggi e le piccole cittadine del nord del
paese.
Sono attratto dal rapporto dialettico e spesso doloroso tra uomo e natura, in
particolare il rapporto tra uomo e montagna. La montagna ha sempre
rappresentato un sogno che comporta spesso, per realizzarsi appieno, unestrema
fatica fisica. E come se la via fosse il purgatorio per giungere al paradiso
delle cime, allemozione pura condivisa con i compagni di cordata.
Nei miei scatti cerco di sottolineare la piccolezza delluomo nei confronti
della montagna e della natura pi in generale. Luomo pu solo lasciare brevi
tracce, effimere ma uniche, come quelle che si lasciano nella neve. Nonostante
ci luomo pu essere a suo modo grande, cio capace di gesti ed imprese che
da sole possono dare, io penso, un senso a tutto il creato.